sabato 21 novembre 2009

Il silenzio degli innocenti


Bellissimo film, e bellissimo titolo, che ho "piratato" per poter sintetizzare in maniera efficace i lunghi mesi di assenza da questo blog.
Gli innocenti, in questo caso, sono la gente come me, gli ingenui appassionati che profondono fiumi di energia in tutto, per poi trovarsi svuotati quando si tratta di cose che riguardano loro stessi. I miei piaceri, i miei divertimenti, le mie passioni, i miei interessi, sono comunque secondari rispetto ai doveri, alle necessità, alla quotidianità, al lavoro, agli altri in generale. È una mia scelta, e l'ho fatta con gioia, ma è anche una scelta che comporta il lasciare in secondo piano cose apparentemente futili, come ad esempio questo blog, per poter dedicare tutto il tempo che mi resta agli altri impegni. Agli altri.

Gli innocenti sono anche le persone, come me, che non hanno colpe ma subiscono conseguenze, che "tirano" nonostante tutto e tutti ma non hanno un attimo di requie dal giogo, tanto da arrivare a chiedersi, quando proprio sono allo stremo, "ma chi me lo fa fare?". Per poi sentirsi in colpa. Perché gli innocenti, come me, hanno evidentemente problemi di autostima, sottovalutano il valore di quello che fanno e, dato che sono innocenti, sono felici solo quando riescono a fare felice qualcun altro. Ovviamente, rinunciando alla propria felicità. Paradosso? Quale paradosso?

Ma gli innocenti sono anche persone che si incazzano. Soprattutto quando le assurdità diventano costume, norma e legge: quando si vedono i diritti (degli altri, ovvio) calpestati e derisi, quando la legge del più forte assurge a legge dello Stato, quando pezzo dopo pezzo ci si vede sottrarre tutto quello che intere generazioni hanno faticato a costruire, quando i diritti elementari, naturali di ogni singolo essere umano vengono negati ed offesi dall'arrogante tracotanza di chi crede di possedere le leve del potere, quando in realtà le ha solo in prestito e deve rispondere dell'uso che ne fa. Deve risponderne agli innocenti. Che sono tanti, all'apparenza passivi, generalmente intelligenti e molto, molto pericolosi quando permettono all'incazzatura di venire fuori. "Guardati dall'ira del buono", cita un proverbio: la storia tende a ripetersi, è evidente.

Il corollario a tutto questo è: rendi inoffensivi gli innocenti. Approfitta della loro innocenza, della loro ingenuità, della loro buona fede per convincerli che la loro rabbia è una colpa, che va tutto bene, che non potrebbe esserci mondo migliore e che i piccoli difettucci che ogni tanto appaiono qua e là si risolvono subito: basta lavorare di più, dare di più, chinare un altro po' la testa e darci dentro con lena, perché non possiamo fermarci adesso, ad un passo dalla meta, dalla terra promessa, dal paradiso perduto. Crea dei sensi di colpa e diffondili, costruisci paradisi artificiali di cartone, chimica e tubo catodico, fai danzare le Urì ogni volta che qualcuno alza la testa, e non guarderà altro. Non penserà ad altro. Non penserà. Mai più.

La natura è matrigna, a volte.

La controffensiva a tutto questo è solo apparentemente semplice: basta pensare con la propria testa, affinare i propri sensi, cogliere tutti i linguaggi che vanno oltre la valanga di parole inutili ed afferrare il vero significato delle cose. Una bazzecola.
Basterebbe essere allenati sin da piccoli...

Questo discorso sui massimi sistemi si sta allargando troppo. Evidentemente, non scrivevo da così tanto che mi è sbottato fuori un mare di parole non troppo coerenti, senza un rigoroso filo logico, ma tant'è: avevo deciso di riprendere, ed ho ripreso. Non riprendetemi per la mia incoerenza, tornerà col tempo.