In ogni caso, il termine "semplicemente" non è assolutamente adatto alla situazione: solo la visita al sito dell'INPS è roba da mal di testa, vuoi per il linguaggio che, per quanto si sforzino, non riesce ad essere chiaro, vuoi per il carattere che pubblicano, piccolissimo. Anche se posso ingrandirlo, resta una scelta discutibile.
Non parliamo dei contenuti: all'inizio pensi di riuscire a seguire, mano mano che vai avanti ti si ingarbugliano le cose, fino ad un punto in cui ti chiedi se non hai saltato una schermata... e ricominci. A me è successo perlomeno quattro volte, ed alla fine ho deciso di sospendere e chiedere lumi a chi è più esperto di me (un grazie in anticipo a Marco Terracina), per sopraggiunti limiti di comprensione.
C'è da dire che la burocrazia, nelle sue accezioni più varie, ha sempre sortito uno strano effetto su di me: divento tonto, mi prende l'ansia, la mia testardaggine nel rifiutare le imposizioni prende il sopravvento e divento convintamente un anarchico praticante. Spiacente, è un mio limite.
La mia allergia a norme e regole, però, è una sorta di reazione anafilattica ad un tipo di comunicazione che è spessissimo nebulosa, involuta, poco chiara e, nonostante tutto, imprecisa e fuorviante. Avete mai provato a leggere un qualsiasi progetto di legge, la finanziaria, un qualunque contratto nazionale, un qualunque documento ufficiale? Il politichese non è morto, si è semplicemente ritrasferito sui documenti scritti, da dove è nato, ed a mio parere ha l'unica funzione di confondere i non addetti ai lavori. Senza nemmeno citare il fatto che, altrettanto spesso, i relatori stessi non se la cavano tanto bene, sia a scrivere che a comprendere ciò che essi stessi hanno scritto...
Il problema però resta e devo risolverlo. Vincerò il disgusto, l'istintiva repulsione, i "torcinelli allo stomaco" e regolarizzerò questa ragazza. In fondo, lo fanno in tanti, quindi lo posso fare anch'io. E chissà che non mi torni utile per vaccinarmi contro quest'allergia, e finalmente affrontare le mie responsabilità come un adulto.
Un'amica di penna, nel suo blog, si domanda chi abbia detto che la sindrome di Peter Pan colpisce solo gli uomini. Bene, non so chi lo abbia detto, ma so perché viene detto: gli uomini sono per la stragrande maggioranza dei Peter Pan, a tal punto che le poche donne che ne sono colpite si perdono nel mucchio... da qui la sensazione comune che sia uno stato mentale prettamente maschile. È solo una questione statistica.
Poi, si può sempre ragionare su cosa significhi "crescere"... ma questo è un altro post.
1 commento:
Salve, sono l'amica di penna con la sindrome di Peter Pan!;-)
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