Non si può più ignorare: la situazione si sta facendo seria, e non basteranno le tonnellate di spazzatura riversate nei media per seppellirla, per trasformare la virtualità in realtà. Siamo alla frutta. Sarebbe saggio ammetterlo, recitare il mea culpa e tentare di andare avanti, in un'altra direzione. Perché è ormai evidente il muro dove stiamo per schiantarci, ed è idiota non frenare e tentare di evitarlo.
Salvo, ovviamente, il non essere già più su quell'autobus.
Altri giorni, altri occhi... è come dire che ogni mattina, quando ti svegli, sei un'altra persona, che il tuo sguardo sul mondo è diverso da ieri, perché anche se tu ti senti lo stesso, è il mondo che è diverso... oggi è GIÀ un altro giorno, e lo devi guardare. Adesso. Con buona pace di Rossella O'Hara.
C'è qualcosa che bisogna fare ora, in questo momento, e rimandare non è più né possibile né accettabile. Bisogna solo capire cosa. E non c'è tempo per capire, non c'è tempo per riflettere, per pianificare, per sedare le proprie ansie e le proprie paure, bisogna impugnarle, come fossero le uniche armi che abbiamo, ed andare avanti, groppo in gola e pugnal tra i denti... ma non sono "gli altri" che dobbiamo combattere, stavolta.
Tante volte è successo, tante volte, nella storia, si sono presentate le stesse condizioni, tante volte sono stati commessi gli stessi errori, e tanto, troppo sangue è costato il non capire certe lezioni. L'errore più grande è commettere due volte lo stesso sbaglio. Allora, forse, fermarsi un attimo, non partire a testa bassa ed occhi chiusi, guardarsi intorno, forse parlare, di certo pensare, comunque gettare ponti tra le diversità, stringersi all'altro, all'alieno, all'estraneo, è meglio, è molto meglio che non distruggerlo. Potresti accorgerti che stai davanti allo specchio, e ti sei appena sparato addosso.
L'economia... è paradossale che da una parte abbia il significato di "risparmio", "ottimizzazione", "razionalizzazione", e dall'altro quello di "ricchezza", "consumo", "sovrabbondanza". Tutto ruota intorno ad essa, perlomeno nel mondo occidentale, ma le due facce della medaglia si inseguono senza sosta, come una moneta che, gettata in aria, non abbia ancora deciso per il testa o croce. Dove "testa" sta per l'uso della ragione, e "croce"... fate un po' voi.
"Homo Homini Lupus", l'uomo è il predatore di se stesso. Il cannibalismo non è dunque mai morto? Anche se non si servono piatti di portata, continuiamo a sbranarci gli uni con gli altri? Uh... il vecchio Neanderthal cammina ancora insieme a noi, dunque (non credo che i Neanderthal praticassero il cannibalismo, e comunque non discendiamo da loro, ma avete capito il senso, n.d.A.). La predazione come istinto di sopravvivenza la posso capire, anche se ormai non mi sembra granché necessaria, ma la predazione per il gusto della predazione è una forma di devianza mentale che andrebbe come minimo curata. Quindi, la domanda è: ma a cosa cazzo ti servono tutti quei soldi? Quale deviazione psichica di tipo messianico ti porta a desiderare di decidere il destino di tutti gli altri? Perché VUOI il potere, il comando, il controllo? Perché spendi fatica e sudore e sangue (di altri) per ottenere un qualcosa che comunque non ti soddisferà, perché ne vorrai ancora, e di più, quindi, perché vuoi essere infelice? E soprattutto, PERCHÈ VUOI RENDERE INFELICE ANCHE ME? Decidete voi a chi volete rivolgere queste domande... i soggetti non mancano di certo.
Bene, credo di aver trovato la risposta, alla fine. La forma più grande di ribellione, di rivolta, di sommossa, di disobbedienza civile. La cosa più devastante che si possa immaginare, quello che spunta tutte le armi del mondo, che determina sempre e comunque la fine di tutti i conflitti.
Contro tutte le aspettative, a dispetto di tutte le crisi, nonostante le pestate di calli, gli sberleffi, gli insulti, le pugnalate e chi più ne ha più ne metta...
io, e lo decido io, sono felice lo stesso.