giovedì 2 ottobre 2008

Una mela al giorno

...dicono tolga il medico di torno. Eliminata l'ovvia banalità legata al titolo di questo post, andiamo avanti.

Non di mele voglio parlare, ma di una sensazione che mi ha colpito qualche giorno fa, in una maniera al tempo stesso consueta ed insolita, e che mi ha spinto a riflettere sul mio modo di pormi nei confronti delle scelte che si è, volenti o nolenti, costretti a fare.

La scelta in questione la lasciamo perdere, è una di quelle che mi turbano di più, comportano prese di responsabilità contro le istituzioni, contro il "sistema", anche finanziario, e devono essere fatte in genere in condizioni da "salto nel buio", cosa che genera credo in chiunque un pizzico d'angoscia. In me, invece, genera montagne d'ansia, marosi che tipicamente prendono allo stomaco, nausee violente, in breve: delle belle crisi di panico.

Capita, certo, ma il mio limite è sempre stato quello di farlo capitare anche per le cose più piccole, bastava coinvolgessero situazioni di pagamenti, tasse, balzelli, procedure legali, una multa, un modulo da compilare... praticamente tutto quello che comporta la responsabilità di adulto inserito nel sistema.

Eccolo, il punto: la parola adulto, anche se cronologicamente mi si può adattare, fino ad un po' di tempo fa sarebbe stata assolutamente esagerata. Ora, forse, ma veramente forse, inizio a capire cosa possa significare, e soprattutto inizio a scoprire quali siano i miei limiti reali, primo indispensabile passo per riuscire a superarli.

La mia reazione, questa volta, è stata veramente differente: iniziata come al solito, con un nervosismo strisciante che sale, sale... fino a bloccarmi il diaframma, si è magicamente sciolta, nell'infinitamente breve arco di una mezza giornata (rispetto al solito, ovvio). Magia? Consapevolezza? Riti di autocoscienza orientali? Nulla di tutto ciò: ne ho semplicemente parlato, senza nascondermi dietro un dito, senza scaricare le mie ansie, ma condividendole, facendo partecipe chi mi sta vicino dei miei dubbi, in modo sereno, aperto, cercando io per primo di capire cosa non va in me, nelle mie reazioni, nella mia neanche troppo nascosta visceralità.

Meraviglia delle meraviglie, anche chi mi ha ascoltato ed ha parlato con me ha abbandonato le sue ansie e le sue paure, ci siamo trovati vicini e complici come da troppo tempo non accadeva, lo stress e le abitudini fanno spesso dimenticare quanto sia necessario questo confronto all'interno di un rapporto, che sia di coppia, come nel mio caso, ma anche d'amicizia, o di lavoro, o di quello che ti pare.

Così, ora, sono più sereno: i problemi ci sono e restano,sono io che sono cambiato nel modo di affrontarli. L'effetto collaterale è che sei più lucido, riesci a pensare più chiaramente e, ma guarda un po', risolvi prima e meglio qualunque problema.

Non esiste, purtroppo o per fortuna, una medicina che possa restituire questo stato mentale a comando: so già che ricadrò nel mio vecchio modo di essere più di una volta, ma so anche che ho trovato il modo, e soprattutto le persone, con cui uscirne fuori.

E la mela? Ah, già, la mela... non c'entra assolutamente niente. Non si era capito?

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