Mi sento un alieno, uno "strano", un diverso, un emarginato, decisamente antisociale, fondamentalmente anarchico (ma non particolarmente violento), fanaticamente contrario ad ogni forma di fanatismo. E di fanatici ce ne sono fin troppi, ormai. Sembra quasi che il tanto decantato bipolarismo in politica abbia determinato la necessità di schierarsi dall'una o dall'altra parte con devozione totale, fanatica, in una dicotomia "noi contro tutti gli altri" che preclude al totalitarismo od alla guerra civile. Dalle tifoserie calcistiche alle correnti parlamentari, passando per i condomini, le riunioni parrocchiali e le associazioni più varie, è tutto un litigio, una rissa, una lotta a palle di fango, tanto per usare un eufemismo. Io, con questa roba, non c'entro niente. Allora, cosa cazzo ci sto a fare, qui? Alieno, decisamente alieno.
Va bene, la destra ha vinto le elezioni. Dunque, in questo paese di merda una massa relativa di imbecilli (fatevi i conti, considerando l'astensionismo...) ha preso il potere, e vuole tenerselo a tutti i costi, per fare la bella vita nonché i loro porci comodi, a scapito di tutto e di tutti, e in culo il futuro, tanto sarò morto, quindi chissenefrega.
Qualunquista? Superficiale? Non posso fare di tutta l'erba un fascio? Dico, ma vi siete guardati intorno? Parafrasando Monicelli, qui ci vorrebbe una rivoluzione, ma non possono essere gli italiani a farla. Sono geneticamente incompatibili con le rivoluzioni. E questo, la corte dei miracoli che pretende di governarci lo ha capito benissimo.
Forse non sono io l'alieno. Forse è questa nazione ad essere aliena. Soprattutto all'intelligenza.
Con tutto il rispetto per coloro che continuano a lottare. Io, non ne posso più.