venerdì 7 novembre 2008

Eppur si muove...


Non devo spiegare (spero) da chi e perché fu pronunciata questa arcinota frase. Mai come adesso, però, mi sembra adatta alla situazione. Contro l'oscurantismo becero, contro i radicalismi fanatici, contro le controriforme, contro e basta, si muove...


Che qualcosa si muova ormai si intuisce, l'Onda si propaga, e un sottile refolo di speranza rinfresca le fronti sudate dalla fatica e dalla paura. L'Onda, e non parlo solo degli studenti, si allarga, cerchi concentrici placidi si dipartono dai tanti tuffi dei sassolini nell'acqua stagnante. Placidi, non domi: non serve uno tsunami per cambiare le cose, a volte. Basta essere costanti, coerenti, implacabilmente fermi nelle proprie convinzioni, ma adattabili come l'acqua.


Basta guardarsi intorno... in fondo, non serve un telescopio per vedere la realtà che ti circonda, anzi. Usare i propri occhi, la propria testa, senza mediatori mediatici, senza vivere per interposto tubo catodico è la cosa più naturale di questo mondo. Ed è gratis. Sarà mica per questo che vogliono privatizzarla?


Beh, cerchiamo di non farci privatizzare il cervello. In fondo, quella stanza chiusa da dove guardiamo il mondo è l'unica cosa ancora nostra che ci rimane. E l'unica dove mai nessuno potrà entrare.

Il refolo si alza... è fresco, quasi tagliente, ma ristora. E porta la pace.

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