venerdì 23 maggio 2008

Stiamo tutti bene

Va tutto bene, siamo molto contenti, anzi, siamo felici. Va tutto bene. Tutto.

Questo è il tema di un bel "pezzo" di Antonio Albanese, un tormentone di qualche tempo fa. Il buon Antonio stigmatizzava con la sua solita ironia un atteggiamento non tanto della gente, quanto dei mezzi di comunicazione: la tendenza, più o meno velata, a tranquillizzare, a proporre modelli di riferimento astratti, irreali, palesemente falsi. In buona sintesi, pubblicità.

Ho come l'impressione che questo modo di comunicare stia sortendo l'effetto opposto. Chi crede più alla pubblicità? Chi, sorbendosi l'ennesimo spot del mulino, non prova invece un senso di irritazione, quasi di angoscia, nel vedere così dolorosamente rimarcata la differenza tra i propri sogni e la vita reale?

Già, perché il pubblicitario (un vero bastardo, fidatevi) colpisce sempre il punto più vulnerabile, mette in piazza i sogni, i desideri, ti dice "va tutto bene...", ma aggiunge "... se comperi le macine del mulino!"
Allora tu comperi le macine, ma non cambia niente. E siccome siamo un popolo di giocatori, ne comperiamo ancora: vedi mai che mi capiti il pacchetto magico, quello che vince la famiglia felice... una sorta di superenalotto al supermercato, insomma.

Come per il superenalotto, però peggio, perché non c'è neanche UNA possibilità di vittoria, è solo cercare di comperare la speranza. Ed è particolarmente triste vedere che anche l'ultima dea è stata messa in vendita... con lo sconto per il maxi formato.

Non ci crede più nessuno, ma la comprano più o meno tutti. È una fase di transizione, quella che precede il rigetto, quando ancora gli anticorpi del pensiero critico non si sono sviluppati del tutto, rimanendo allo stadio del sospetto generalizzato. Peccato, però, che generalizzare il sospetto porti alcuni effetti collaterali piuttosto sgradevoli... razzismo, xenofobia, caccia alle streghe, eccidi di capri espiatori... e governi di destra.

A quanto pare abbiamo bisogno di certezze, ma le certezze, soprattutto le più granitiche, ci ancorano al fondo: praticamente fermano l'evoluzione.
Bel paradosso, vero? Per crescere dobbiamo quindi dubitare, ma dubitare mette ansia. Ma guarda, allora crescere mette ansia?

Va tutto bene, siamo molto contenti, anzi, siamo felici.
Om Mani Padme Um.
Amen.

5 commenti:

Dr. Angela Condello ha detto...

"Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze."
L'ha detto Norberto Bobbio, mica cazzi.
Ops, ha detto mica.
Tutto sacrosantissimamente sottoscrivendo,
Angelì.

BaseLuna ha detto...

Grazie, Angelina, per aver trovato una così autorevole conferma dei miei dubbi... e per avermi indirettamente dato dell'uomo di cultura!
Rx

Unknown ha detto...

Qualcuno ha detto che la mente è come un paracadute: funziona solo quando è aperta! :-)

BaseLuna ha detto...

Hehehe... verissimo! Infatti, si vede che fine fai se non la apri...

Anonimo ha detto...

la vita ha le istruzioni in coreano