Saper attendere, come saper correre, la pazienza associata all'adrenalina, il cambiare stato con un semplice atto di volontà: in una parola, il controllo delle proprie emozioni e delle proprie reazioni è uno dei punti centrali del "conosci te stesso", ed è, non a caso, uno dei cardini di tutte le filosofie orientali. Che tanto ammiriamo, in Occidente. Senza, ovviamente, capirne un fico.
Eppure, qualche indicazione dalla lontana Asia l'abbiamo saputa trarre, e tradurre in sistemi per noi più comprensibili: basti pensare a quello splendido manuale di sopravvivenza che è "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" (che, porca miseria, ho appena perso nella libreria), dove nella pratica più comune legata all'occidente industrializzato e materialista, la manutenzione di un mezzo meccanico, si ritrovano tutte le tecniche e l'arte del controllo delle emozioni tipiche dello zen e di molte altre discipline.
Ecco. Il distacco dalle emozioni, il loro controllo, non significa necessariamente non averne, disprezzarle o volersi allontanare da esse. Significa, secondo me, averne così tante da necessitare di un modo per trarne profitto, per non esserne travolti, per apprezzare di ognuna il giusto sapore, ed averne profonda consapevolezza.
Qualcuno, la chiama semplicemente pazienza.
3 commenti:
:-)
Si chiama saggezza.
Quella umana, quella che si coltiva tutti i giorni, con la pazienza unita ad una grande determinazione.
;-)
Oh... se la testardaggine equivalesse alla determinazione, allora poteri essere un uomo saggio... forse. Grazie, comunque, per l'implicito complimento. ;–P
L'Oriente e qualunque altra Cultura, tranne la nostra, ha mantenuto il contatto con la spiritualita'. E' scritto nei libri di Storia!
Posta un commento