Così cantava il grande Giorgio Gaber, tanti anni fa, ma ancora la sua poesia resta di un'attualità sconcertante, a riprova che i veri poeti anticipano sempre i tempi.
Una nota a margine, però, c'è: in effetti, all'epoca dell'uscita del pezzo (fine anni Settanta? Non mi ricordo, e il disco non so più dove è finito) forse di idee ce n'erano di più, e Gaber cantava dell'imbarazzo della scelta, che troppo spesso porta a non scegliere niente.
Oggi, quando almeno apparentemente le scelte sono molto maggiori, di idee in giro se ne vedono pochine... primo sintomo della decadenza dell'impero occidentale? Oppure, nella realtà dei fatti, le scelte possibili sono solo fittizie, rendendo il nostro libero arbitrio una mera realtà virtuale? Siamo veramente un popolo di telespettatori, al massimo intenti nelle faccende di casa mentre il video propina paesaggi tropicali che non assaporeremo mai?
Da qui la mia necessità di un'idea, di un progetto, di una realizzazione non di un sogno, ma di un'esigenza basilare della specie umana: migliorare.
Migliorare la qualità della vita, in buona sintesi, il bisogno di realizzazione che ognuno possiede, magari costretto e soffocato, la necessità di gratificazione che nessuno shopping può alleviare, l'istinto primordiale che spinge a costruire qualcosa, talmente forte che, in una versione vagamente OGM, porta agli ecomostri... definizione che, più che a un edificio, oggi calza a pennello della specie in quanto tale.
Bene, ragazzi, a questo punto, serve veramente un'idea. Mi andrebbe bene anche una scoperta, un'invenzione, una rivoluzione tecnologica, un qualcosa, insomma, da cui ripartire, grazie al quale sganciarsi dai gravi che ci tirano verso il fondo (qualcuno dice che lo abbiamo già toccato, e stiamo scavando...), quel minimo di spinta verso l'alto che possa fermare la discesa, almeno, e dare il tempo di riflettere, di riprendere fiato, ragionare, e magari trovare una soluzione migliore.
Solo che spremersi le meningi da soli è puro solipsismo... ci vuole proprio, il dibattito.
E chi dice che non possa essere una festa?