martedì 23 settembre 2008

Landing on a desert planet


Atterrando su un pianeta deserto: la traduzione del titolo di questo post. In effetti, potrebbe sembrare che non sia esattamente questo, il pianeta Terra, Sol3, Gaia o comunque lo si voglia chiamare: siamo talmente tanti che è più simile ad un formicaio... eppure, questa dannata palla di fango che rotola nello spazio è anche un deserto. Un deserto di possibilità, di prospettive, in buona sintesi, di futuro.

Un eminente scienziato ha appena dichiarato che ci siamo mangiati tutto ciò che era a nostra disposizione per l'anno 2008, e siamo al 23 settembre, di conseguenza, o si digiuna fino a Capodanno, o si comincia a consumare la roba dell'anno prossimo... alla faccia dei "future"! Che sia vero, non sia vero, sia puro allarmismo o consapevole segnale d'allarme, non sono in grado di giudicarlo, ma la sensazione che lascia fa accapponare la pelle. Io sono anche sovrappeso... che faccio? Da domani non mangio più? O vado a ravanare nella spazzatura (quella sì, che abbonda) per recuperare un po' dello spreco dei giorni passati? Sono un debole, non ne ho lo stomaco. Forse un giorno sarò anche costretto a farlo, ma per ora non ci riesco proprio.

Eppure, sempre a detta del suddetto studioso, proprio la spazzatura sarà la nostra più prossima e più utile risorsa... preparate guanti e mascherine (ed acquistate azioni di chi produce antiemetici: andranno a ruba), stiamo per entrare nella più puzzolente delle ere: l'età d'oro della discarica. Già alcune delle popolazioni più furbe hanno inviato i loro primi scout per preparare il terreno: basti guardare le grandi discariche alle porte di Rio de Janeiro, o delle (poche) grandi città africane, dove schiere di ragazzini armati di rozzi uncini e capienti sacchi di plastica frugano senza sosta sopra Everest di rifiuti per recuperare il recuperabile, riciclare l'irriciclato, lo sprecato, l'apparente scarto.

Oppure basta pensare ad alcune "tribù" di giovani nella civilissima Australia che praticano il "garbaging", una sorta di ribellione al sistema consumistico, e campano mangiando (esatto, mangiando) quello che trovano nei cassonetti dietro ai supermercati/ipermercati/sprecomercati della città. E campano, pare, abbastanza bene ed in buona salute... a gratis.

Landing on a desert planet... è ora di piantare qualche seme, sperare che attecchisca, e, per usare un termine caro ai cultori di fantascienza, "terraformare" di nuovo questo pianeta.

1 commento:

BaseLuna ha detto...

ho letto per la prima volta i tuoi "pensieri in libertà",nulla che non mi fosse noto ma sono immensamente felice che il bruco si sia trasformato in farfalla! Ciò io lo avevo intravisto quella notte.......Ti ricordi? Era il 1O giugno 1992 ed io ti amo come e più di allora. non ti inorgoglire troppo, potrebbe deflagrare la tua enorme pancia! Donatella ovvero colei che sapeva che il bonsai non era morto.