domenica 12 luglio 2009

Kernel panic

Come in tutti i film che iniziano con un flash forward, già si sa che ho risolto. Tuttavia l'esperienza è stata traumatica, al limite dell'attacco di panico, e mi ha insegnato molte cose.

Premessa per i non utenti della mela morsicata: il cosiddetto kernel panic è il peggior segnale che un MacIntosh possa dare... d'improvviso una tendina grigia cala lentamente sullo schermo, ed una finestra di avviso ti informa che il computer è andato in crash, devi spegnerlo con la procedura d'emergenza, e sperare.

Ho eseguito, ovviamente, ma la speranza è stata tradita: il Mac, il MIO Mac, non si è riacceso. Lo schermo è rimasto ostinatamente nero, e le ventole hanno messo il turbo. Una, due, tre, quattro volte... niente. Tasto il case con l'ansia di una mamma che sente se il bimbo ha la febbre... è bollente. Inghiotto il rospo, devo aspettare che si raffreddi, mi dico. Un'ora e mezza dopo (una vita e mezzo, forse) tento di nuovo, lo ammetto, con mani leggermente tremanti. Il tradimento più grande: ancora nulla.

Sono ormai le undici di sera, provo a farmene una ragione, decido di non pensarci (ma si può?) e me ne vado a letto. Forse un tantino nervoso. Mi addormento tardi, e dormo male, alle cinque del mattino sono già sveglio. Gli occhi sbarrati a fissare le prime luci che riverberano sul soffitto, indeciso se provare ancora o no. Ma dura poco. Mi alzo, in silenzio, mi chiudo nella cameretta, al buio trovo l'accensione, la premo, aspetto.

Mai chiaror d'alba fu più bello.

Senza entrare nel merito del dopo (backup selvaggio, ovviamente), questa disavventura contiene dei profondi insegnamenti. Mi ha fatto capire che non sono invulnerabile, che "certe cose" possono capitare anche a me, che non sono immune da eventi fuori del mio controllo e che prendere precauzioni non è solo cosa buona e giusta, ma è un indispensabile antidoto contro la stupidità, propria o altrui che sia. Mi ha dato la misura della fragilità non solo mia ma delle strutture cui faccio affidamento nelle acrobazie del quotidiano, acrobazie che, come tutti, eseguo disinvoltamente, ma senza rete. Eppure proteggersi si può.. forse solo con un po' di fatica in più, ma ho avuto la prova provata che vale la pena.

Del resto, nessuno è invulnerabile, ma tutti possono diventare più forti.

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