domenica 20 aprile 2008

La prima volta non si scorda mai...

Timidamente, provo ad entrare nella "community" dei bloggers... non so esattamente se per vanità, per curiosità o (spero) perché ho effettivamente qualcosa da dire. L'inizio è stato sicuramente per curiosità: leggere i blog degli amici, o di estranei, parlare con loro, rispondere a quesiti, pensieri, domande, rendersi conto che esiste un intero universo nascosto nella rete che è sciocco, ormai, etichettare sprezzantemente come "virtuale"... e sentirsi allo stesso tempo quasi semplici spettatori, utenti "televisivi" della rete, mi ha spinto a tentare di tuffarmi nell'immenso oceano. 
Vabbé... non esageriamo: un primo piede nell'acqua, via... la mia solita prudenza. Però sono contento di essere qui, e non importa se nessuno leggerà mai questi miei piccoli pensieri. In fondo, e questa e la parte di vanità, scrivo per me stesso, perché amo sentirmi parlare (me lo hanno detto fin troppe volte), e forse perché mi serve per chiarirmi le idee. 
E qui arriva la speranza. Speranza di riuscire, prima di tutto, speranza di non fare figuracce, in secondo luogo, e, ma non ultima, speranza che queste riflessioni possano essere utili a qualcuno. Già... in fondo, questa è la prima cosa che ho capito, credo di aver capito, della rete: deve poter essere utile. 
L'utilità ha molte facce, infinite sfumature, tanti modi diversi di essere, ma, secondo me, un'unica finalità: la sensazione di sentirsi utili, la gratificazione che viene dal sapere, dal sentire che hai contribuito, anche infinitesimamente, alla costruzione di qualcosa. 
Ovviamente, devi ritenere valido questo qualcosa, ma questo va da sé.

Tanto tempo fa, quasi in un'altra vita, ho fatto qualcosa del genere, ed ancora conservo una pila di fogli dattiloscritti (già, l'informatica stava prendendo piede, ma ancora non avevo un computer...) in cui ho trascritto anni di pensieri, dai più sciocchi ai più divertenti. Questa pila di fogli non è stata letta mai da nessuno, ed è morta lì, a prendere polvere in un raccoglitore nella mia libreria... completamente inutile. 
Bene, ho intenzione di ricominciare, ma questa volta, in barba alla mia timidezza, in pubblico: e se fischi hanno da essere, fischi siano... finisce che imparo qualche altra cosa.

E di una cosa sono assolutamente certo: non ho nessuna intenzione di smettere di imparare.

3 commenti:

Michele Antonelli ha detto...

Beh, dunque, che dire...
sono contento, primo in quanto tuo "amico" e poi perchè non è vero che l'occasione fa l'uomo ladro... voglio dire, non c'entra nulla - ovvio - ma è importante che si comunichi, anche perchè in un mondo che ritengo ormai.

Lo so, lo so, la frase è spezzata, ma ragazzi, non è facile essere sempre pronti a rispondere.... a chiedere.

Cioè, se contate le parole, le parole che ho scritto, noterete che non sono poche: 78, 79, 80 e così via (83).

Quindi per me rispondere è voler condividere questa pagina con una persona che mediamente dice cose interessanti...

Risponderò quando ne avrò voglia, certo, ma altrettanto certo, sempre leggerò quello che hai voglia di dire tu.

ok?

Bella

Dr. Angela Condello ha detto...

Mi inserisco con piacere in questa conversazione che percepisco tutt'altro che virtuale. Mi arrischio a sostenere ( Borges, ti amo!) che sono stata sfiorata da venti di familiare intimità nel tuo tono diretto e caldo. Familiarità, conviviale; la migliore delle tradizioni insegna...
Da persona che ama sentirsi parlare a persona che del suo parlare è innamorata, non altro che gioia all'idea di condividere il pensiero. Le nostre piccole conquiste inutilmente (!) e gradevolmente assillanti e persistenti.
Hai tutta la mia stima ed il mio incoraggiamento.
La coesistenza in te del platonico (di-a-logos, domande, pensieri, risposte) e del socratico ( nella frase di chiusura) mi ha intimamente destata come l'apollineo e il dionisiaco di Nietzsche.
Non credevo ci fossero filosofi sulla Luna. Devo farne di strade...
Un abbraccio

maoogle ha detto...

La Comunicazione e', credo, un modo per risparmiare tempo. E' talmente vecchia che a volte la usiamo senza sapere perche'. Per me e' una compressione, un protocollo.